Per essere un comunicatore efficace, devi conoscere alcune tecniche che permettono di migliorare subito la tua comunicazione e di fondare così rapporti e dialoghi positivi e duraturi.
Quali sono queste regole basilari della comunicazione da tenere sempre presenti? Sono sostanzialmente 4:
1 – Essere flessibili;
2 – Richiedere feedback;
3 – Essere assertivi;
4 – Parlare al positivo.
Analizziamole ora, una per una, grazie anche a dei semplici ma utili esempi.
1 – Essere flessibili
Ogni persona è diversa dall’altra e cercare di capire chi si ha davanti consente di adeguarsi all’interlocutore per riuscire a comunicare efficacemente.
La flessibilità è una dote innata dell’essere umano. Deve però essere affinata il più possibile anche perché gli adulti, crescendo, tendono a conformarsi a determinate abitudini e modi di parlare.
Cosa significa essere flessibili nella comunicazione?
Significa adattarsi non solo all’atteggiamento dell’interlocutore, ma anche a tutte le componenti della comunicazione interpersonale: il modo di parlare, i tempi dell’eloquio, il tono e il volume della voce, ecc.. I linguaggi NON comprensibili, infatti, allontanano l’interlocutore e lo rendono indifferente.
Una tecnica molto efficace consiste nel comprendere il canale sensoriale dell’interlocutore ed adeguarsi ad esso.
Esistono tre tipologie di persone da un punto di vista sensoriale:
- i visivi, coloro che sono particolarmente sensibili alle immagini e usano verbi relativi al senso della vista. Alcuni esempi: “vediamo insieme la situazione”, “come mi vedi oggi”, “si vedrà come va a finire”;
- gli uditivi, coloro che sono particolarmente sensibili a suoni e voci ed usano verbi relativi al senso dell’udito. Alcuni esempi: “sento che la scelta giusta”, “mi suona bene”, “qualcosa mi dice che andrà bene”;
- i cenestetici, coloro che sono particolarmente sensibili agli odori, i sapori, il contatto e usano verbi relativi ai sensi del tatto, olfatto e gusto. Ad esempio: “non percepisco la differenza”, “non ti seguo”, “mi piace assaporare la vita”.
Per entrare in sintonia con l’altro è utile comprendere il suo canale sensoriale e adeguarsi ad esso. Quindi se ho di fronte un visivo dirò “mi sembra tu stia bene oggi” ma se ho un uditivo devo dire: “sento che oggi stai bene”.
2 – Richiedere feedback
Mentre si parla usare domande quali: “mi sono spiegato bene?”, “è chiaro quello che ho detto?”, “sto andando troppo veloce?”.
Per comunicare efficacemente occorre usare il soggetto “IO” e non il soggetto “TU”. Usare il “TU” potrebbe implicare un giudizio.
Facciamo qualche esempio: “Hai capito quello che ho detto?” potrebbe sottintendere che l’altro è stupido e non che io non mi sono spiegato bene.
Ma anche “Mi stai ascoltando?” può voler dire che è l’altro che è distratto e non io che sono noioso o troppo veloce nel parlare.
Il feedback quindi permette di capire se l’altro ci segue e ha compreso cosa stiamo dicendo.
3 – Essere assertivi
L’assertività è la capacità di saper conoscere le proprie emozioni, i propri bisogni ed i propri valori ed esprimerli nella comunicazione interpersonale senza accontentare o assecondare gli altri o farsi prevaricare da loro (in questo caso si parla di passività).
L’assertivo sa esprimere i sentimenti, le opinioni, le esigenze e le convinzioni in modo chiaro, efficace e spontaneo, senza prevaricare e offendere l’altro (in questo caso si parla di aggressività). Sono molti i casi in cui si deve ricorrere alla assertività.
Facciamo degli esempi.
Quando una persona si approfitta di noi, quando si comporta in modo irrispettoso o improprio, quando dobbiamo dire di no, quando dobbiamo esprimere un disaccordo o muovere una critica.
L’assertività ci permette di affrontare tutte queste situazioni in maniera positiva, senza rischiare di offendere l’altro o creare tensioni nel rapporto con l’interlocutore.
4 – Parlare al positivo
L’uso delle frasi volte al positivo genera una sensazione di certezza e sicurezza, predisponendo l’interlocutore ad aprirsi e ad affrontare la comunicazione con altrettanta positività.
Per proporre frasi con valenza positiva, si segue il principio del bicchiere “mezzo pieno” e non “mezzo vuoto”.
Facciamo un esempio.
Dire “ce la faccio a smettere”, anziché “non devo più fumare”.
Qual è la differenza tra le due frasi?
Il nostro cervello riceve lo stesso messaggio ma la valenza e la forza sono notevolmente diverse.
Nel primo caso ci si concentra sul verbo “smettere”, nel secondo sul verbo “fumare”. E ciò ha una conseguenza sul nostro cervello perché predisporrà il nostro comportamento in senso positivo o fallimentare a seconda del significato ricostruito con i nostri pensieri.
Qualche altra indicazione per potenziare la comunicazione
Ecco qualche altro consiglio per generare nell’interlocutore sensazioni di certezza e sicurezza:
- Usare il ‘noi’ anziché l’‘io” quando si fanno proposte: “vediamo insieme questa proposta” anziché “facciamo così!”
- Usare l’‘io’ anziché il “tu/lei” quando si fanno critiche: “ho la sensazione di non essere stato compreso” anziché “non capisci niente!”
- Il verbo indicativo al posto del condizionale: “non lo so, ma mi informo e le faccio sapere” anziché “mah, non saprei”
- Usare parole a suggestione positiva. Parole come ‘problema’, ‘incapacità’, ‘crisi’, ‘caro’ suscitano sensazioni negative, per cui meglio utilizzare parole come ‘soluzione’, ‘potenzialità’, ‘promozione’, ‘crescita’, ‘di valore’.